Le Neuroscienze sostengono che il bambino nel periodo da 0 a 3 anni ha già delle competenze musicali. Il feto dal 6° mese di gravidanza percepisce un’infinità di suoni tra i quali la voce della mamma che distingue bene dalle altre. Fin da subito quindi ,il bambino è parte di un mondo sonoro, ne ha già un piccolo bagaglio. Dopo la nascita, la sua prima interazione con la mamma si sviluppa in modalità sonora con vocalizzi, gorgheggi ed altre pratiche vocali, che rendono speciale il rapporto fra mamma e bambino insegnando al piccolo a muoversi nel mondo delle emozioni.
“La musicalità della mamma arricchisce la qualità degli scambi con il bambino, scambi che saranno strutturanti, sia per lo sviluppo psicologico che per l’acquisizione del linguaggio e della musicalità” (Elena Sartori)
Questa premessa ci fa comprendere l’importanza di sostenere il dialogo “musicale”profondo per migliorare la qualità dell’interazione madre/bambino e creare uno spazio di attenzione e accoglienza sia per la mamma, sia per il neonato. Non serve saper cantare o suonare, basta mettersi in gioco per ricercare gli spazi di creatività e naturalezza che ci contraddistinguono, ma che, con l’andar degli anni, facciamo più fatica a ritrovare.Tutti gli strumenti necessari sono dentro di noi, basta “tirarli fuori” e metterli a disposizione nella interazione con il proprio bambino, per costruire un po’ alla volta una relazione profonda capace di soddisfare entrambi ben al di là dei bisogni primari.
L’intervento del Prof. Stefano Navone e della Dott.ssa Cerri approfondirà questi aspetti, chiarendo il ruolo sempre più affascinante della Musicoterapia e l’importanza della sua applicazione nel periodo pre e post natale.
Veronica Zatti, educatrice professionale e musicoterapista
Per approfondire: