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Le esperienze precoci nei bambini sono estremamente forti, determinano effetti che sono ancora visibili nell’adulto a distanza di anni . Il loro cervello è modificabile dall’esperienza e l’esperienza è necessaria allo sviluppo. Non dimentichiamo che costruiamo la realtà attraverso le percezioni della nostra mente. Perciò, da come si è costruita la nostra mente deriverà la percezione che avremo della nostra realtà.

Diamo ai nostri figli ricordi grandi e solidi, come case in cui rifugiarsi quando avranno freddo.

E’ l’invito che Claudia de Lillo  fa a noi genitori dalla sua rubrica su D La Repubblica del 1 settembre. Ecco una parte del suo articolo:

Il nostro dovere (di genitori) è regalare loro (ai figli) la memoria della felicità, della pienezza, dell’accoglienza. Solo così daremo loro radici forti. Solo così regaleremo loro le fondamenta su cui costruire sé stessi domani. Dobbiamo regalare loro mattoncini di parole, di sguardi, di attenzione, di cura da portare con sé nel loro viaggio.
Per questo i nostri figli bisogna farli ridere, e cantare loro canzoni, e raccontare storie e ballare e rispondere alle loro domande e stordirli di affetto e insegnare loro le regole e parlare di tutto, senza temere le parole, che sono la cura e l’arma più potente che possediamo.
Perché solo così li renderemo forti. Solo così avranno ricordi grandi e solidi, come case in cui rifugiarsi quando avranno freddo.
C’è un tempo in cui siamo onnipotenti. Godiamocelo, sfruttiamolo, diamo loro certezze e sorrisi smaglianti. E’ questo che ci chiedono, questo di cui hanno bisogno.

E dopo? Quando il nostro accudimento e le nostre certezze si frantumano al cospetto dei loro sguardi giudicanti e accigliati? Come possiamo riempire la loro valigia quando i nostri baci non bastano più, anzi danno un po’ fastidio? Quando ero una ragazzina…mia madre mi disse: sai, non possiedo un patrimonio da lasciarti in eredità. Né case, né lingotti d’oro né tesoretti in un paradiso fiscale quando non ci sarò più. Così ho pensato di investire nella tua formazione, nei tuoi orizzonti, nella tua testa che deve essere aperta e piena di cose belle e di strumenti che un giorno ti verranno utili per capire e affrontare la vita.
Nemmeno i miei figli avranno case, o lingotti d’oro un giorno. Così anch’io, insieme alle parole, agli abbracci, all’attenzione e alla cura, vorrei riempire i loro ricordi di avventure, di luoghi, di persone. Vorrei consegnare loro un bagaglio ricco e pieno di meraviglie e consapevolezza quando spiccheranno il volo.

Quale eredità migliore?

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